Buzzati Dino - 1971 - Le notti difficili by Buzzati Dino

Buzzati Dino - 1971 - Le notti difficili by Buzzati Dino

autore:Buzzati Dino [Buzzati Dino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852088568
Google: DQ1jDwAAQBAJ
Amazon: B000WR2KYU
editore: Mondadori
pubblicato: 1971-12-14T23:00:00+00:00


L'autorità venne scalzata, gli innovatori si impadronirono del potere, elessero un presidente, e venne promulgata una legge che aboliva le antiche remore, mettendo il trus a disposizione di ciascun cittadino, maschio o femmina, cosicché tutti potessero trusare a loro piacimento.

La conquista fu celebrata con una festa pubblica nelle piazze e nelle vie, dove ogni sorta di trus veniva dispensata senza limiti. Era la felicità vagheggiata damillenni.

Tutti si precipitarono avidamente. A milioni, uomini e donne trusavano spensierati, gli uni sotto gli occhi degli altri.

Senonché, dopo neppure mezz'ora, subentrò un senso di sazietà e delusione. E si udirono voci di protesta:

«Eùn imbroglio. Questo non è il trus di una volta.

Ci avete fatto fessi»! Furono inalberati cartelli. Cortei di protesta. Una moltitudine invelenita dinanzi al palazzo del nuovo governo.

Al balcone si affacciò il presidente.

Si fece silenzio.

Disse: «Perché tanto furore? Il trus che vi è messo a disposizione non differisce per nulla da quello che una volta era quasi proibito. Ma abbiamo tutti sbagliato calcolo, io per il primo. Ciò che risultava delizia suprema quando era difficile, oggi che si può avere senza la minima fatica, si è svuotato di ogni piacimento. La colpa è anche mia. Do le dimissioni.

Non avevamo pensato che a questo mondo tutto, ahimè, si paga fino all'ultimo copeco».

Il genio ante litteram

Fabio Ternaz, giovane pittore di ottima scuola ma scarso di idee, fece un viaggio fino allontano Frnland dove era in funzione uno dei più potenti cervelli elettronici della terra, specializzato in questioni culturali. «Io di fantasia ne avrò poca", pensava "però mi è venuta un ìdea straordinaria, quella di chiedere al possente computer quale sarà l'arte tra un secolo. Lui necessariamente mi risponderà e in base alle sue istruzioni io sarò in grado di precedere i miei colleghi appunto di cent'anni, sarò proclamato un genio, diventerò ricco e famoso".

Giunto nel Frnland, pagò la tariffa di quattrocento dollari e consegnò un foglietto con la sua domanda al tecnico preposto. La richiesta, tradotta in termini cibernetici, fu introdotta nella pancia del mostro il quale, dopo circa due ore di laboriosi borborigmi, emise un cartoncino su cui era riprodotto un quadro. Con sommo stupore, il Ternaz rimirò. Era un nudo di donna, giovane, provocante e bellissima, distesa su un divano; era dipinta con una precisione e un amore dei particolari che neppure Ingres si sarebbe sognato.

La faccenda era imbarazzante. Tuttavia il giovane, fiducioso nel robot, rimpatriò di volata e si mise a riprodurre in vaste dimensioni il quadro del lontano futuro. Di quadri nello stesso stile ne fece anzi una trentina, e più ci dava dentro, più si persuadeva che quel modo di dipingere fosse una consolante liberazione.

Con tanti quadri fece una mostra, ne fece due, tre, dieci, nelle città più autorevoli. Ma tutti gli risero dietro. «Questa è una pittura vecchia come il cucco»

dicevano. «E riproporla oggi è una vergogna».

Al che il Ternaz, imbestialito, rimontò in groppa all'aereo e via al Frnland per contestare il computer:

«Ti avevo chiesto come si dipingerà tra cento anni e tu mi hai dato un nudo di donna.



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